La storia di San Teodoro
Il territorio di San Teodoro ha riportato alla luce testimonianze di insediamenti antichissimi, risalenti addirittura al Neolitico.
Gli scavi archeologici effettuati nell’area attorno al centro abitato hanno confermato una continuità insediativa che dalla preistoria è giunta sino al periodo medievale, quando San Teodoro faceva parte del Giudicato di Gallura.
La campagna di scavo condotta nel 2011 nell’isolotto di Proratora, posto dinnanzi al litorale di Capo Coda Cavallo, ha confermato che tutto il territorio di San Teodoro è stato assiduamente frequentato nel periodo compreso tra il III e II secolo a. C. (età Repubblicana).
Gli scavi hanno messo in luce i resti di un insediamento di tipo commerciale, forse un luogo di approdo per le navi e di scambi delle merci.
Purtroppo le fonti tacciono per un lungo periodo che va dal 1300 al 1600. In epoca moderna sembrerebbe che questo territorio sia stato ripopolato dalle genti provenienti dal nord Gallura e dal sud della Corsica: nacque così la civiltà degli stazzi, tipicamente gallurese e sopravvissuta sino agli anni ’50 del ‘900.
A partire dal 1700 quest’area è conosciuta come San Teodoro d’Oviddè. Il nucleo fondamentale del centro abitato, sviluppatosi attorno alla chiesa del XVIII secolo, è di tipo rurale.
La popolazione viveva sparpagliata in insediamenti di grandi dimensioni, che fungevano da azienda agricola al cui centro sorgeva l’abitazione in granito della singola famiglia di contadini-pastori, lo stazzo. Il dopoguerra ha segnato una svolta decisiva per la storia della comunità teodorina: i grandi investimenti turistici che in quegli anni interessavano la Costa Smeralda coinvolsero anche il piccolo borgo di San Teodoro, trasformandolo in quella rinomata meta turistica che è oggi.

